L'insilato di mais nella cucina di un sistema Vector: alta qualità anche dopo 3 giorni

Le cucine dei sistemi Vector sono progettate, in quasi tutti i casi, per essere riempite ogni 3 giorni. Spesso c'è perplessità nel lasciare un prodotto molto delicato, come ad esempio il silomais, fuori dalla trincea per 3 giorni per il timore che l’alimento si scaldi, deteriorandosi e perdendo così le sue proprietà nutrizionali, o peggio, che proliferino muffe nocive per la salute delle bovine. Abbiamo eseguito una sperimentazione in collaborazione con la facoltà di Veterinaria dell’Università di Milano, dimostrando che l'insilato si mantiene all’interno del range di qualità a 3 e 7 giorni.

Alimentazione

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Con il passaggio all’alimentazione automatica è inevitabile che cambi la modalità di gestione del momento alimentare.

Innanzitutto, la prima differenza da comprendere è la flessibilità: con il carro miscelatore si è costretti a lavorare tutti i giorni alla stessa ora; con un sistema automatizzato l’allevatore può organizzare il carico della cucina, luogo dove stoccare gli alimenti che verranno caricati automaticamente, quando lo ritiene opportuno o quando gli sarà più comodo conciliandolo con le altre attività aziendali.
Un altro aspetto che cambia completamente è la gestione degli alimenti insilati.

Le cucine dei sistemi Vector sono progettate, in quasi tutti i casi, per essere riempite ogni tre giorni. Nelle cucine, gli insilati vengono stoccati in blocchi compatti, prelevati dalla trincea tramite una taglia blocchi che effettua un taglio del blocco altamente cicatrizzante. Questo permette anche al fronte della trincea di non subire l’impatto negativo delle condizioni climatiche.
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In molti casi, quando si parla di questo aspetto di gestione degli insilati, gli allevatori sono perplessi e non predisposti a lasciare un prodotto molto delicato, come ad esempio il silomais, per 3 giorni fuori dalla trincea. Il dubbio che viene sollevato è che l’alimento si scaldi, deteriorandosi e perdendo così le sue proprietà nutrizionali, o peggio, che proliferino muffe nocive per la salute delle bovine. 
Per questo motivo abbiamo deciso di indagare sulle reali condizioni dei blocchi di silomais all’interno di alcune cucine di sistemi Vector.

Temperatura ottimale dell’insilato di mais

La tecnica dell’insilamento dei foraggi è una pratica ormai consolidata da anni in tutta la pianura padana. Si accumulano grandi quantità di trinciato di mais in trincee generalmente formate da due pareti di calcestruzzo e da una copertura fatta con materiali plastici isolanti. Le masse vengono pressate per ottenere un’elevata densità di materiale per metro cubo e per far uscire tutto l’ossigeno dal prodotto. Grazie all’ambiente anaerobiotico, i batteri contenuti nel trinciato possono dare il via a quelle fermentazioni che permetteranno al silomais di essere un alimento di qualità per le mandrie. 
Partendo dal presupposto che in sede di trinciatura ed insilamento sia stato fatto tutto nel modo corretto e che si riesca ad ottenere un insilato di ottima qualità, la sfida è ora mantenere la stessa qualità dopo aver aperto la trincea. Aprire la trincea per estrarre il materiale per comporre la razione della mandria espone il prodotto insilato all’aggressione dell’aria, quindi dell’ossigeno, e potrebbe portare alla comparsa di fermentazioni ossidative anomale o alla presenza di muffe.
La temperatura ideale per mantenere un insilato di mais nei suoi range di qualità è tra i 20 e i 25 gradi centigradi. Qualora dovesse surriscaldarsi e raggiungere i 30 gradi, l’insilato viene considerato di scarsa qualità (Ole Green et al,. 2012). 

I blocchi di silomais desilati e stoccati nella cucina di un sistema Vector mantengono il range di qualità dopo 3 giorni?

Rispondere a questa domanda permetterebbe di sciogliere alcuni dubbi riguardo allo stoccaggio in blocchi degli insilati, necessario per utilizzare al meglio il sistema di alimentazione automatica Lely Vector. Per questo Lely, in collaborazione con la facoltà di Veterinaria dell’Università di Milano, ha eseguito una sperimentazione in alcune aziende lombarde dove è installato un sistema Vector. 

In cosa è consistita la sperimentazione?

La prova prevedeva di stoccare in cucina un blocco di silomais e osservare l’andamento della temperatura all’interno dello stesso per 7 giorni.

  • La sperimentazione è stata condotta nel periodo di luglio 2019, mese in cui si sono raggiunti picchi di temperatura tra i 30 e i 35 gradi centigradi, per stressare in maniera importante il materiale insilato.

  • All’interno del blocco, nella cucina ed all’esterno sono stati posizionati dei sensori che hanno registrato la temperatura per tutta la durata della prova.

  • Sono stati effettuati prelievi di insilato all’interno di un blocco in 3 diversi momenti: appena dopo il desilaggio, dopo 3 giorni e dopo 7 giorni.

  • Su questi campioni sono state effettuate analisi di laboratorio per valutare il deterioramento dei parametri dell’insilato in funzione dell’aumento della temperatura. I parametri valutati in laboratorio comprendevano: pH; Etanolo, Acidi grassi volatili (lattico, acetico, propionico, iso-butirrico, N-butirrico, isovalerico, valerico). La sommatoria delle variazioni di questi parametri permette di valutare la qualità di un insilato conferendo il punteggio Flieg.

Essendo la tesi di laurea ancora in corso di svolgimento non possiamo per motivi di unicità dell’elaborato mostrarvi tutti i risultati. Abbiamo deciso però di fare un'anticipazione e mostrarvi come è andata in una delle aziende che si sono prestate alla ricerca.

Risultati: temperatura e qualità del silomais

Come si può vedere nel grafico, la temperatura del blocco di insilato è aumentata di soli 2 gradi centigradi in 3 giorni. Alla fine dei 7 giorni l’incremento di temperatura è stato più considerevole, ma il prodotto è rimasto all’interno del range di qualità.

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Per quanto riguarda le analisi di laboratorio e la conseguente variazione della qualità del materiale, il punto Flieg dei campioni di insilato del blocco usato per la ricerca non è mai sceso di categoria. Nello specifico, partiva da un punteggio di 90 (range 81-100= Ottimo), a 3 giorni gli è stato conferito un punteggio di 85 e a 7 giorni infine un punteggio di 94.

Conclusione

Possiamo affermare che il silomais si scalda, ma l’aumento della temperatura osservato durante i primi 3 giorni fuori dalla trincea non provoca un deterioramento del materiale e quindi non vengono pregiudicati i parametri di qualità dell’alimento. L'allevatore che alimenta la mandria con il sistema Vector può quindi riempire la cucina meno frequentemente, con un risparmio di tempo e denaro.

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