Gestire l'insilamento in modo efficace

  • Alimentazione
16 set08:08

Uno degli obiettivi dell’allevatore è garantire la miglior qualità possibile di alimenti per le vacche, ed ottenere una fibra con ottimi valori nutrizionali e che sia utilizzabile nel miglior modo possibile a livello ruminale. La concimazione dei campi, il tipo di foraggio, il momento dello sfalcio e della raccolta sono punti importanti per determinare un foraggio di buona qualità.

Alimentazione

Il momento dello sfalcio e della raccolta dei prati stabili

La produzione di insilato ha inizio con lo sfalcio. Prima di tutto bisogna controllare che la l’altezza del prato sia sufficiente per lo sfalcio, ma che non sia troppo elevata! Una regola empirica è che l’infiorescenza apicale non sia già presente, in questo modo avremo la miglior possibilità di insilare.
Il secondo punto molto importante è la necessità di avere tempo soleggiato ed asciutto per qualche giorno.

Pensare e programmare quanta superficie di lavoro devono coprire le macchine per la raccolta. Non dovrebbe trascorrere troppo tempo prima della raccolta perché c’è il rischio di un’elevata perdita di umidità da parte del foraggio. Questo fattore non va a beneficio di un insilato di buona qualità. Il periodo di appassimento in campo dev’essere al massimo di 3 giorni. Oltre questo intervallo si perdono nutrienti.
Anche l’altezza di taglio è importante. Non bisogna tagliare troppo vicini al suolo, per ridurre il rischio di sporcare con la terra l’insilato. D’altro canto, non bisogna nemmeno lasciare l’erba troppo lunga in campo. Intorno ai 5 cm di lunghezza media. Se si taglia troppo rasenti al terreno, la ricrescita sarà rallentata.

Conservare gli insilati: trincea per insilati, rotoballe e fosse

Ci sono diversi modi per conservare in modo adeguato gli insilati.

Le rotoballe quadre o rotonde sono un modo semplice, maneggevole e si possono stoccare dove si vuole. Con un buon equipaggiamento per la pressatura, che sigilla le rotoballe e le rende ermetiche, il prodotto insilato si conserva ottimamente per diversi mesi.

Un’altra opzione è insilare il foraggio in trincea o fosse. Molto spesso le trincee o le fosse sono fatte in cemento, sia le pareti che la pavimentazione. Questa loro caratteristica le rende semplici da pulire ed inoltre sono molto efficaci per creare un insilato solido e compatto.

Con la tecnica di insilamento in trincea o fossa, ci sono alcuni punti da tenere a mente.

  • Spessore dello strato

Se l’ossigeno può entrare nella trincea o fossa, l’insilato si scalda. Il risultato è la perdita di energia, sostanza secca e qualità. Migliore è la pressione dell'insilato, minore sarà l'aria contenuta nella massa insilata. Una regola empirica è depositare sottili strati di insilato su tutta la trincea o fossa. Da 15 cm a 20 cm è il massimo per creare un'alta densità. Tenete presente che più secco è l'insilato, più sottili dovrebbero essere gli strati per tenerlo pressato bene. 

  • Sostanza Secca

Un insilato secco ha una perdita maggiore di energia e qualità. Inoltre la pressatura di un insilato secco non è facile, e neppure la chiusura ermetica.
Tenete d’occhio il periodo di appassimento dell’insilato, e pensate a quale gruppo di animali sarà destinato come alimentazione. Vacche in lattazione, vacche asciutte, giovani animali o animali da carne: ognuno ha le proprie esigenze.

  • Lunghezza di taglio

La lunghezza di taglio è un fattore chiave che influisce molto sulla densità dell’insilato in trincea o in fossa. Se la lunghezza è elevata (>10cm), sarà più difficile pressare creando alta densità in trincea o fossa. Lunghezza ridotta (<2cm a 4 cm) è molto più semplice una buona pressatura. Un altro beneficio è che con lunghezze ridotte di taglio si semplifica la miscelazione dell’insilato in razione con gli altri tipi di alimenti. Tenete presente la quantità e qualità dei coltelli sui macchinari per la raccolta, soprattutto per le rotoballe.

  • Miglioratori per l’insilamento

Alcune volte è valutabile usare dei prodotti che migliorino la qualità dell’insilamento e dell’insilato. Per esempio, quando il meteo improvvisamente diventa avverso, oppure la percentuale di sostanza secca è troppo bassa. In questi casi, prodotti che migliorino il processo di insilamento sono utili. Si possono aggiungere batteri miscelandoli alla massa per ridurre la perdita di energia e nutrienti. Questo non vuol dire che bisogna usare questi prodotti soltanto quando ci sono situazioni metereologiche avverse. Si possono usare in modo efficace per ridurre la perdita di energia e nutrienti in generale.

  • Impacchettamento e copertura

L’ultimo passaggio del processo di raccolta è l’impacchettamento e la copertura delle trincee o fosse. Dopo aver messo tanti strati ed averli pressati, è necessario impacchettare e coprire per creare un pacchetto ermetico. Con un sottile film plastico l’insilato è impacchettato adeguatamente e con precisione, dopo viene posizionato sopra un secondo strato plastico spesso e resistente. Per creare un’ottimale pressione di conservazione però i soli due strati plastici non sono sufficienti. Dovrebbe esserci un adeguato peso su tutta la trincea o fossa. Ci sono diversi modi per creare questa pressione. Per esempio, uno strato di ghiaia di 20 cm sopra al telo; pneumatici, che esercitano una pressione omogenea lungo tutta la trincea; strisce posizionate a distanza tra di loro di 1/1.5m; o sistemi che sfruttino pesanti teli plastici combinati con grandi tubi dell’acqua.

 

Desilamento dalla trincea o fossa

Quando l’insilato è raccolto, impacchettato e coperto, le fermentazioni possono iniziare. Gli zuccheri e gli acidi nell’insilato provocano un abbassamento del pH. Questo è il processo fermentativo. Se la trincea o la fossa sono chiuse ermeticamente, questo processo si ferma ad un certo momento. La maggior parte delle volte questo periodo dura intorno alle 6/8 settimane.
Dopo 6/8 settimane, il processo fermentativo è completato e la trincea o fossa è idonea per l’apertura e per la somministrazione alle vacche. Quando la trincea o fossa è aperta, le fermentazioni ripartono. È importante consumare velocemente l’insilato. Una regola empirica è il consumo di 1.5 m a settimana. Non bisogna aprire la trincea troppo presto per prevenire il surriscaldamento. Il risultato di una fermentazione non abbastanza lunga è inoltre la non appetibilità per le vacche.

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